Quali sono i rischi del cyberterrorismo
Il Cyberterrorism o più comunemente chiamato “terrorismo digitale”, fa pare di una nuova generazione di terrorismo che usa il web con lo scopo di diffondere il terrore, provocare danni di tipo economico e sociale fino a distruggere vite umane.
Le potenzialità che la rete offre di interagire sono milioni e il terrorismo internazionale si serve della rete di comunicazione del cyberspazio per pianificare attentati, reclutare i soldati e indottrinare giovani popolazioni.
La facilità di diffusione di informazioni ha avuto un ruolo fondamentale, ma spesso cifrare e bloccare la diffusione di messaggi terroristici è un ostacolo serio che mette in difficoltà anche l’intelligence.
Uno dei paesi fortemente attivi contro la lotta al terrorismo digitale è l’America che ha istituito una cyber force a difesa dello stato.
Durante le ultimi elezioni presidenziali si è temuto un massiccio attacco hacker da parte della Russia o da altri Paesi con l’obiettivo di creare il caos nel giorno stesso delle votazioni. Con il supporto del Pentagono, Cia e Nsa, il dipartimento della sicurezza e la Casa Bianca hanno penetrato i sistemi di comando del Cremlino, rendendoli vulnerabili ed esposti a possibili attacchi, gli hacker erano pronti ad intervenire in caso di necessità.
Dalle carte di cui la Nbc è venuta in possesso sembra che gli Stati Uniti avessero seminato dei Malware nascosti in varie strutture della rete russa. Il malware è solo una delle tante forme di hackeraggio e rappresenta tutti quei software in grado, attraverso la rete internet, di modificare le operazioni svolte da un computer, rubare informazioni sensibili, accedere a sistemi informatici privati e quindi commettere atti illeciti.
Il terrorismo digitale, rispetto al terrorismo, ha svariati vantaggi: facilità di comunicazione, onnipresenza, economicità, velocità di trasmissione. Le contromisure esistono, come quelle utilizzate dagli Stati Uniti, ma spesso sono difficili da attuare a causa delle complessità di rete, molte sono anche le istituzioni delegate per affrontare questo problema che però devono procedere con cautela per motivi legali.
L’Italia sopratutto negli ultimi anni sta investendo molto in nuove forme di protezione, già dal 2013 è dotata di una formale strategia per la protezione dello spazio cibernetico nazionale.
Costantemente attivo contro il terrorismo digitale il deputato Stefano Dambruoso, in una recente intervista dichiara: “Si cercano più giovani esperti del mondo della minaccia informatica, per contrastare i reclutatori via web: sono i cosiddetti “combattenti digitali” attivi contro la minaccia hacker, qualificati esperti di Information and Communication Technology.”